martedì 25 ottobre 2016

Step 06 - Il Blu Klein nella scienza: i Lapislazzuli e la mineralogia


Lapislazzuli
Prima ancora della nascita del primo pigmento blu artificiale della storia, la cui invenzione va attribuita agli antichi Egizi (per approfondimenti vedere Step 04 sulla Mitologia e Step 14 sulla Chimica), si usavano i lapislazzuli che frantumati in polvere sottile e aggregati ad altre sostanze venivano applicati su edifici, opere pittoriche e altre applicazioni per ricreare il colore. Dopo la nascita del Blu Egizio, tuttavia, l'impiego dei lapislazzuli per ricavare il colore blu oltremare continuò fino al 1826, anno in cui venne creato il primo pigmento sintetico di questa tonalità di blu.
I lapislazzuli sono una pietra semi preziosa non molto comune in natura caratterizzata da un intenso colore di tonalità blu misto a linee o punti di colore generalmente bianco, composta per il 20-40 % dalla Lazurite (Na,Ca)8(AlSiO4)6(S,SO4,Cl)1-2, un minerale appartenente al gruppo della calcite-sodalite, e altre sostanze quali calcite, sodalite e pirite che si trovano in concentrazioni diverse, oltre a costituenti meno comuni tra cui vengono annoverati la augite, diopside, enstatite, mica, hauynite, ornebrenda e nosean. Inoltre alcuni lapislazzuli contengono tracce di lollingite. Il colore blu intenso del minerale è attribuibile al trisolfuro (S
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) presente nel cristallo. Il cristallo ha una durezza pari a 5-5.5 della scala Mohs, ha un sistema cristallino isometrico, un indice rifrattivo di 1.5, è opaco, ed ha gravità specifica pari a 2.4-2.5. Il suo maggiore produttore mondiale è l'Afghanistan, ma viene anche ricavato da miniere in Cile e Russia e altri paesi dove è presente in quantità minori.
 
Lo studio delle gemme o in generale delle rocce, e quindi dei Lapislazzuli, è pertinenza della Mineralogia, una branca della scienza che si occupa dello studio della composizione chimica, la struttura cristallina e le caratteristiche fisiche dei minerali, oltre alla loro genesi, trasformazione e utilizzo da parte dell'uomo. A sua volta la mineralogia è composta da cinque sotto discipline, ognuna delle quali ha ad oggetto di studio aspetti diversi del minerale in esame, come la mineralogia descrittiva che ne analizza le proprietà fisiche misurandole e registrandole con opportuni strumenti e convenzioni, la cristallografia che ne analizza il reticolo cristallino, la cristallochimica che analizza le caratteristiche e proprietà chimiche, la classificazione mineralogica con la quale vengono classificate tutte le specie minerali esistenti e la distribuzione geologica che studia la caratterizzazione del luogo di generazione del minerale e quindi la sua distribuzione.

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